Alcuni aspetti del karma e del dolore umano III

Paolo Veronese, Cristo nell’orto dei Getsemani, Milano, Pinacoteca di Brera

«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!

Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà».

Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo» (Lc 22,42-43).

Alcuni aspetti del karma e del dolore umano III

Riguardo gli altri due evangelisti, la Scienza antroposofica ci dice che Marco descrive la manifestazione del Cristo nel corpo eterico di Gesù di Nazareth e che eludendo l’albero genealogico, inizia subito con il Battesimo di Gesù di Nazareth da parte di Giovanni il Battista nel fiume Giordano, dove viene compenetrato dall’Altissimo Spirito del Sole.  Nel suo Vangelo non troviamo la preghiera del Padre Nostro, ma soltanto una sintesi di quando  noi prima di pregare Dio, dobbiamo perdonare coloro che ci hanno offeso, così come il Padre perdona noi quando pecchiamo verso Lui ( Mc 11,25). Nel Vangelo di Giovanni invece, abbiamo una delle più profonde opere letterarie esoteriche religiose, in quanto Giovanni esprime la massima manifestazione del Cristo quale “Io Cosmico”, il quale s’incorpora in Gesù di Nazareth vivendo come uomo in mezzo agli uomini, per tre anni, fino al sacrificio della croce sul Golgotha. Nemmeno nel Vangelo di Giovanni troviamo la preghiera del Padre Nostro, ma la più bella immagine di un’infinita sofferenza umana da parte di un Dio – uomo, che nel Getsemani avendo ormai esaurito quasi tutte le Sue forze cosmiche, preso dall’angoscia di non riuscire a portare a termine la Sua missione, chiede aiuto al Padre.  Giovanni attraverso la sua chiaroveggenza, riporta in questa immagine del Getsemani il più alto esempio di sofferenza e di umanità del Cristo Gesù, cui  piegato dal dolore, con profonda umiltà rivolge al Padre le famose parole: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42-43).

Il Padre non allontanò il calice dal Cristo Gesù, ma venne in Suo aiuto l’Arcangelo Widar l’antico Spirito guida del Buddha che rinvigorì con le sue forze vitali il corpo eterico del Cristo Gesù, cosicché poté portare a termine la Sua missione. Ciò che anche noi oggi quando il dolore va oltre le nostre forze, se ci siamo compenetrati dell’Impulso del Cristo e chiediamo con umiltà il suo aiuto, il nostro corpo eterico può essere vivificato dalle forze vitali del Cristo dandoci la possibilità di superare la sofferenza e il dolore animico.

Ritornando al concetto di “peccato e debito” cui abbiamo menzionato, in base all’approfondimento del tema che ci siamo posti per chiarire ulteriormente in parte, la domanda del perché soffriamo che Rudolf Steiner risponde già in modo esauriente nella conferenza, possiamo ancora aggiungere qualcosa per quel tanto che può esser detto in più, sulla complessità del tema del dolore umano. Tutto questo ci porta ancora a dire che il Cristo non abolì del tutto la “legge del Taglione”, ma Egli la completò trasformandola da “occhio per occhio, dente per dente, etc.”, nell’impulso del perdono e dell’amore; ossia per meglio dire, nell’imparare a perdonare e ad amare coloro che ci hanno offeso. Ciò non toglie però che se abbiamo rubato, abbiamo contratto un debito che non si può annullare semplicemente amando la persona derubata; questo va bene per riequilibrare il peccato soggettivo, cioè lo sviluppo morale che risana attraverso l’impulso dell’amore, l’imperfezione del “saggio inferiore”, ma occorre altresì che restituiamo il maltolto, ciò che abbiamo derubato con l’inganno o altro. Se riflettiamo profondamente su questo esempio di vita, possiamo capire che la nostra sofferenza è un effetto di una causa dovuta a un’azione negativa soggettiva morale che ci rese imperfetti e che, come conseguenza, dobbiamo ora non solo riparare il peccato morale (vale a dire purificare il nostro corpo astrale dalle brame, desideri etc. attraverso la compensazione dolorosa che saremo sottoposti dal nostro Saggio superiore), ma anche quello di restituire il torto (debito) nei riguardi di quelli che abbiamo offeso. Il debito pertanto, come menzionato, può essere pareggiato soltanto nella prossima incarnazione e non prima, giacché l’anima dopo la morte, deve prima prendere coscienza nel mondo astrale delle sue colpe tramite il risveglio di una coscienza superiore che si accende in lui e che lo guida dopo la morte, attraverso stati di purificazione e di sofferenza morale; ossia egli trasferisce in sé tutte le sensazioni di sofferenze individuali interiori che ha provocato negli altri sulla Terra. Per questo alla fine dello stato di vita tra morte e nuova nascita, quando arriva il momento di reincarnarci per una nuova esperienza terrena, gli Dei ci mostrano in una visione futura l’immagine di ciò che dovremo attraversare come destino karmico quale conseguenza dei debiti e della nostra imperfezione morale. Pertanto, il periodo di pareggio o compensazione del nostro karma sulla Terra, può avvenire tramite diversi aspetti di prove sia psichiche sia materiali, accompagnate da dolore o quant’altro. Perciò la durata del nostro disagio interiore di sofferenza, sarà proporzionata alla gravità del debito karmico e nello stesso tempo, allo sviluppo della nostra coscienza morale che deve aiutarci non solo ad accettare il nostro destino doloroso qualunque esso sia, ma in modo particolare a ripristinare l’imperfezione del nostro “saggio inferiore” che come conseguenza, si trova in questa vita più in basso nella scala evolutiva umana, essendosi allontanato maggiormente dagli Dei e dal Sé superiore.

Anche in questi casi l’Antroposofia può aiutarci attraverso la conoscenza del karma e della reincarnazione, dove queste situazioni particolari della nostra vita, in cui non riusciamo a dare un significato alla nostra sofferenza (che ci sembra un ingiusto accanimento della vita nei nostri confronti o, un’ingiustizia divina che non comprendiamo, che ci sfugge, perché dimentichiamo di averlo voluto noi) e che ci privi dei piaceri e delle gioie che vediamo negli altri a noi vicini, possiamo trovare la risposta e consolazione se ci immergiamo con calore e con fiducia nello studio della Scienza dello Spirito a orientamento antroposofico. Allora possiamo capire che il karma non è una punizione divina, ma è un modo in cui gli Dei hanno posto questa legge per contrastare e sottrarre l’Io inferiore, da una  parte dalla tentazione di Arimane24 (Satana o Mefistofele) che lo spinge ad accumulare errori dovuto a un cattivo giudizio nei confronti del mondo esterno. Difatti in ogni incarnazione a causa della mancanza di discernimento e del buon senso, l’uomo continuerebbe a perseverare sempre nello stesso errore e nella menzogna, istigato, dalla tentazione arimanica, per cui alla fine dell’evoluzione terrestre, l’io umano rischierebbe di terrestrizzarsi sempre più fino a staccarsi completamente dagli Dei e, “irrigidendosi” completamente nella sfera arimanica. Dall’altra essi crearono il dolore umano, per contrastare e sottrarre l’uomo dalla tentazione di Lucifero25 (il Diavolo o il serpente biblico) che lo spinge verso un maggiore egoismo a desiderare sempre più per sé stesso molto più del necessario, per cui, si chiuderebbe completamente in sé stesso isolandosi dagli altri e come conseguenza allontanandosi dalla sua origine divina, così che alla fine si “scioglierebbe” nel calore della sfera luciferica. Ma un pericolo ancora più grave si annida nell’anima umana attraverso l’anima cosciente o dell’intelletto tramite una terza corrente dell’ostacolo, e sono da una parte, le forze del male che agiscono in noi dal cosmo in modo incosciente, dove Rudolf Steiner in una conferenza tenuta a Dornach il 26 ottobre del 1918, in merito dice:

“… dall’inizio del quinto periodo di civiltà postatlantico, nel subcosciente degli uomini, di tutti gli uomini, si trovano le cattive disposizioni, le disposizioni al male … Le forze del male agiscono nel cosmo, e l’uomo le deve accogliere; facendolo egli introduce nel suo essere il germe per sperimentare la vita spirituale, soprattutto con l’anima cosciente”. (Lo studio dei sintomi storici O.O. 185 pag.104-105).

Come possiamo vedere Rudolf Steiner parla di disposizione al male, ossia come una specie di effetto collaterale disposto in parte dalle forze del male che agiscono dal cosmo nel subconscio degli uomini, cui dobbiamo prendere coscienza attraverso un risveglio spirituale che possa condurci a realizzare lo sviluppo dell’anima cosciente, in modo che possiamo sperimentare in noi la vita divina. Dall’altra, operano in noi con influssi malefici, spiriti del male appartenenti alla gerarchia delle Archai rimasti indietro sull’antico Saturno26 (cioè tre incarnazioni cosmiche prima della nostra Terra), che sono i servi e gli esecutori dell’entità del male, l’anticristo di nome Sorat27 che si oppone allo Spirito del Sole. Questi spiriti del male possono insinuarsi maggiormente in quelle anime materialiste con un forte atteggiamento egoista e con poca forza morale, ossia in quelle anime ambiziose che sono pronte a tutto pur di raggiungere i loro scopi malvagi. Occorre dire che nella nostra epoca in cui l’anima umana sviluppa in sé una parte maggiormente evoluta che abbiamo chiamato “anima cosciente”, mai come ora è messa di fronte alla scelta tra le forze del male e quelle del bene. E l’Io umano che ha origine o meglio, che si esprime maggiormente attraverso l’anima cosciente, deve rafforzarsi e decidere da che parte stare, deve sentire tutto il peso e la responsabilità della gravità attuale e deve per questo nascere in lui, l’impulso morale di essere utile al mondo tramite un giusto atteggiamento cristiano. Ciò possiamo realizzarlo esercitando in noi il giusto discernimento e il giusto sviluppo morale, aiutati dall’”Impulso del Cristo”28 che deve risvegliare in noi la “coscienza del Cristo”29, il solo che può aiutarci a tenere a bada le forze del male. In caso contrario le avversità della vita, il dolore, la sofferenza, l’insoddisfazione, la paura, la sfiducia in noi stessi, l’accentuarsi sempre più del nostro egoismo, il godere soltanto della vita materialista, farà sì che saremo portati ad aprire degli spiragli, dei vuoti animici, dove affluiranno con influssi nefasti gli spiriti del male, questi tremendi maghi neri chiamati “Asura”30. Se la nostra anima cosciente diventa preda degli Asura, come estrema conseguenza del male, essi estirperanno l’esperienza dell’Io dalla memoria umana, cosicché l’Io stesso menomato nella sua essenza spirituale, non potrà raggiungere il giusto grado di perfezionamento alla fine dell’eone terrestre quale prossima gerarchia angelica; in ciò purtroppo gli Dei non poterono creare nessun contrasto, nulla possono, in quanto fa parte del libero arbitrio lasciato esclusivamente all’uomo. Se per contrastare Lucifero, essi crearono il dolore; e per contrastare Arimane, crearono il Karma, contro gli Asura non hanno potuto creare nulla che li possa contrastare, poiché l’uomo deve poggiare completamente sulle sue forze e fidare nella grazia del Cristo, poiché tutto ciò che essi riusciranno a estirpare dall’uomo, non potrà più essere recuperato, se non attraverso un “processo particolare” di uomini più evoluti divinizzati. Nel II volume di “Antropologia Scientifico Spirituale O.O. 107”, Rudolf Steiner in merito dice: “Se gli spiriti buoni hanno dato all’uomo dolori e sofferenze, malattia e morte, affinché, nonostante la possibilità del male, egli potesse evolversi ulteriormente, se gli spiriti buoni hanno dato, in contrapposizione alle potenze arimaniche, la possibilità del karma, per pareggiare l’errore, non sarà invece altrettanto facile contrapporsi agli spiriti asurici durante il corso dell’esistenza terrena. Perché questi spiriti riusciranno ad ottenere che tutto quanto sia da loro afferrato (ed è proprio la zona più profonda e intima dell’uomo, l’anima cosciente con l’io), che l’io dell’uomo si congiunga con la sfera materiale della Terra. Pezzo per pezzo, saranno estirpate dall’io le sue parti, e man mano che gli spiriti asurici si stabiliranno nell’anima cosciente, l’uomo dovrà lasciare sulla Terra pezzi della propria esistenza. Quanto cade preda delle potenze asuriche, è irrevocabilmente perduto. Non è che l’uomo debba cadere intero in loro mano, ma dallo spirito dell’uomo saranno tagliati fuori, da opera delle potenze asuriche, dei pezzi”; pag. 117-118.

Collegno   27 agosto 2018                                                  Antonio  Coscia

Note  Antroposofiche

24.   Arimane è l’entità dell’ostacolo  che conosciamo come “Satana o Mefistofele”, confuso dai teologi cattolici con Lucifero ossia il “Diavolo”, è uno spirito mefistofelico appartenente alla gerarchia degli Arcangeli, rimasti indietro durante l’evoluzione umana sull’antico Sole. Dal mondo astrale opera nel mondo materiale come sua specifica sfera, qui, egli manifesta pienamente la sua natura arimanica, mentre svolge un’azione diversa sia nel mondo elementare sia nella natura umana, in modo particolare nell’anima razionale. Rudolf Steiner nel libro “Sulla via dell’Iniziazione” scrive: “ Una specie di quelle Entità spirituali [arimaniche], si manifestano in modo che in esse si può scoprire la ragione per cui l’uomo sperimenta il mondo sensibile come materiale. Si riconosce che in ogni cosa materiale in realtà è spirituale, e che è l’attività spirituale di quegli esseri a consolidare, a indurire la spiritualità del mondo sensibile fino allo stato materiale … Perciò chiameremo qui col nome di entità arimaniche gli esseri che effettuano questa materializzazione del mondo dei sensi. Si scopre pure, nei riguardi delle entità arimaniche, che esse hanno la specifica sfera loro propria nel regno minerale: ivi, esse dominano in modo da manifestarvi pienamente la loro natura”; pag.149.

 25.  Lucifero è un’entità dell’ostacolo che conosciamo come Diavolo o il “Serpente” del  “Paradiso terrestre” che tenta Eva e Adamo, i nostri antenati biblici a disobbedire Dio nel mangiare  il frutto proibito dell’albero del bene e del male collocato al centro di Eden insieme all’”albero della vita”.  È un’entità appartenente alla gerarchia degli Angeli rimasti indietro durante l’eone dell’antica Luna, quando si evolvevano dal regno umano. In realtà l’entità “Lucifero” esiste come Spirito ostacolatore che si contrappone  in tutte le gerarchie spirituali, dagli Angeli in su fino ai Serafini, con manifestazioni diverse a seconda della gerarchia a cui appartiene. L’entità “Lucifero” appartenente agli antichi Spiriti di Saggezza operanti sull’antico Sole, che in quell’epoca era reggente del Pianeta Venere, è stato redento dal Cristo sulla croce del Golgotha, ossia quel malfattore che è crocefisso alla Sua destra e che è chiamato dalla Chiesa S. Dismas, ha assunto il ruolo di Dio Cosmico e collaboratore del Cristo; Egli si è fatto mediatore dello Spirito Santo e quale guida dei dodici Bodhisattva. In merito Rudolf Steiner dice: “Se il principio del Cristo è chiamato a rafforzare sempre più l’interiorità umana, il principio luciferico ha la missione di potenziare, di elaborare le nostre facoltà di penetrare in modo completo nel mondo. Lucifero ci renderà sempre più forti per comprendere e conoscere il mondo, Cristo ci rafforzerà sempre più nella nostra interiorità”; O.O. 113 pag.128. All’uomo non resta dunque che redimere il suo essere luciferico, purificando il suo corpo astrale; egli può farlo con l’aiuto dell’Impulso del Cristo; mentre Arimane l’uomo potrà redimerlo solo alla fine dell’eone di Giove.

26.   Con Saturno la Scienza antroposofica non vuole riferirsi al pianeta attuale del nostro sistema solare, ma a un antichissimo stato di coscienza cosmico, risalente a tre «Eoni» prima del nostro eone terrestre in cui il nostro sistema solare o la nostra Terra, erano immersi in un’immensa sfera di calore che si espandeva fino al punto in cui vediamo il pianeta fisico attuale di Saturno. In questa immensa sfera di tenebre non esisteva ancora né il «Tempo né lo Spazio», ma unicamente un mare di calore di «Volontà spirituale» dono del sacrificio dei Troni o Spiriti della Volontà, i quali insieme ai Serafini e ai Cherubini crearono la base e il fondamento del primo principio atmico di tutta l’evoluzione cosmica umana. In questa «Volontà» di calore primordiale attraversavano il loro stadio umano, gli Spiriti del Principio o Principati che, conosciamo anche come Archai o Spiriti della Personalità i quali, alla fine dell’eone saturnio divennero gli Spiriti del Tempo. Vale a dire che il tempo nel mondo spirituale è un «Essere reale del Tempo», ai quali, nella Bibbia sono assegnati i «sette giorni della creazione» che in realtà sono riferiti ai «sette Spiriti del Tempo» che vengono assegnati come guida alla  fine di ogni periodo (eone), in cui sono stati creati gli archetipi di tutto ciò che si manifesterà poi nell’Universo fisico.  

27.  Sorat  è lo spirito infernale apocalittico che si contrappone al Cristo nella sfera del Sole, appartiene alla categoria degli Spiriti della Forma rimasti indietro in un antichissimo eone cosmico sviluppatosi ancor prima che l’inizio del primo stato di coscienza di Saturno. Per questo egli non può entrare direttamente nella nostra evoluzione umana, ma lo può fare indirettamente tramite le tre correnti dell’ostacolo luciferiche, arimaniche e asuriche; in modo particolare  tramite queste ultime i quali sono dei tremendi maghi neri. 

28.  Rudolf Steiner nel Vangelo antroposofico di Marco, ci rivela che l’impulso del Cristo è rappresentato da quel giovanetto che seguiva Gesù mentre era portato via dai soldati romani e a cui viene strappato il lenzuolo di cui era avvolto, fuggendo nudo. Egli continua dicendo che questo impulso giovanile cosmico del Cristo, ormai non aveva che un debole legame con il “Figlio dell’uomo”,  giacché verrà poi dopo messo a morte sulla croce del Golgotha; Mc 14,51-52]. Non è possibile affrontare in una nota il tema sul significato dell’Impulso del Cristo, in quanto siamo di fronte a un argomento molto complesso che ha in sé diversi aspetti interpretativi scaturiti  dal significato dell’evento del Golgotha nell’ambito della storia evolutiva umana e spirituale, non solo per l’uomo, ma anche per tutte le gerarchie spirituali superiori. Rudolf Steiner  in una conferenza tenuta a Norrköping il 30 maggio 1912 rivela che l’Io Cosmico del Cristo nel dimorare negli involucri animici – corporeo  di Gesù di Nazareth, come conseguenza della Sua azione divina nell’ambito terrestre, lasciò sulla Terra l’Impulso dell’Io, il quale restò come dire nudo, senza involucri esteriori, dopo la morte di Gesù.  Affinché l’umanità possa avere l’aiuto dal Cristo alla fine del settimo periodo di cultura, quando cioè l’umanità si troverà ad affrontare una grande catastrofe umana simile al «Diluvio Universale» e annunciata da Rudolf Steiner come la «guerra di tutti contro tutti», occorre che gli uomini rivestano l’Io cristico o Impulso-Cristo, di un corpo astrale, un corpo eterico e un corpo fisico. Ed è sempre in questa conferenza che troviamo la risposta dove è detto che noi creiamo il corpo astrale dell’Impulso-Cristo attraverso la nostra fede e la  meraviglia;  il corpo eterico tramite l’amore e la dedizione agli altri e il corpo fisico (diverso dal nostro attuale, ossia meno denso) attraverso le azioni morali consapevoli, cioè azioni morali fatte liberamente in piena coscienza.  

29.    Prima dell’evento del Cristo la coscienza umana non era ancora presente nell’uomo come nello stato attuale; essa si manifestava attraverso una coscienza chiaroveggente ottusa che possedevano ancora i popoli antichi quali i greci e i romani. Mentre nell’uomo attuale il rimorso per aver compiuto una cattiva azione è accompagnato da un disagio interiore o dalla sofferenza animica per ciò che di male abbiamo compiuto, nei greci e nei romani antichi, si presentava loro un’immagine astrale esteriore terrificante che terrorizzava e perseguitava chi si era reso colpevole di un’azione malvagia. Queste immagini spettrali erano temute e conosciute dai greci col nome di  «Erinni» e presso i romani col nome di «Furie». Col passare dei secoli insieme alla scomparsa della chiaroveggenza ottusa dell’umanità, anche queste immagini spettrali scomparvero lasciando il posto alla «voce della coscienza» che similmente a un giudice severo, cominciò a manifestarsi  dal profondo umano giudicando e rimproverando quelle azioni scriteriate, mettendo l’uomo  di fronte alla sua responsabilità morale. Essa cominciò a manifestarsi in concomitanza dell’evento del Golgotha tramite l’Impulso dell’Io-Cristo scaturito dall’incarnazione dell’altissima Entità solare nel corpo di Gesù di Nazareth. La  coscienza del Cristo nacque durante lo sviluppo dell’anima razionale come coscienza dell’amore cosmico che si riversò nell’umanità attraverso il sacrificio del Golgotha, manifestandosi dapprima in modo istintivo alimentato da una fede viva nel Cristo Gesù. Con l’avvento di  Costantino il Grande, il cristianesimo divenne religione di Stato perdendo così la freschezza quale originario impulso cristico nascente, indurendosi sempre più nei dogmi di un cristianesimo divenuto nell’arco dei secoli una sintesi di romanesimo, ebraismo e paganesimo. Cosicché la coscienza del Cristo fu sospinta dalle forze arimaniche nel profondo, facendo emergere sempre più una coscienza egoistica arimanizzata che dall’inizio del periodo dello sviluppo dell’anima cosciente (1413) ha causato e ancora oggi causa tanto dolore e sofferenze nell’umanità. Occorre che oggi appunto, se non vogliamo andare verso disastri peggiori, dobbiamo risvegliare la coscienza del Cristo così come insegnato dalla Scienza dello Spirito o  antroposofia, in modo da realizzare nell’umanità attraverso l’Impulso del Cristo, quell’amore cosmico  umano, che può unire gli uomini in una nuova fratellanza universale in unità col Cristo, in vista del prossimo avvento della comunità di Filadelfia quale sesto periodo futuro del Sé spirituale.

30.  Gli Asura sono spiriti degli ostacoli appartenenti alla gerarchia delle Archai o spiriti della Personalità rimasti indietro nella prima incarnazione della nostra Terra o del nostro sistema solare, sull’antico Saturno. Il nostro sistema solare o possiamo anche dire il nostro Sole con tutti i suoi pianeti, nasce come pianeta tre eoni prima della nascita dell’eone terrestre, cioè all’inizio dello sviluppo del primo stato di coscienza cosmico in cui l’uomo, era un minerale costituito esclusivamente di calore, mentre la sua essenza divina spirituale riposava ancora nel grembo della Divinità creatrice. In quell’eone antico in cui tutto e tutti gli esseri, erano immersi nel calore, le Archai attraversavano il loro gradino umano di cui però, non tutti riuscirono a superarlo e salire al rango angelico, alcuni restarono indietro fino allo stato attuale terrestre. Pertanto, oggi abbiamo delle archai-uomo, rimasti indietro di ben quattro eoni! per cui sono, di fatto, dei terribili «maghi neri». Essi si fanno servi della più malefica Entità spirituale del nostro mondo planetario, ossia dello spirito solare dell’ostacolo chiamato «Sorat», che è definito dall’apocalista  Giovanni, l’anticristo  del Sole-Cristo com’è rivelato nell’Apocalisse, il cui numero d’uomo è 666. Il male aumenterà sempre più durante il procedere della nostra evoluzione umana e siccome questo spirito soratico non può entrare direttamente nella nostra evoluzione, egli lo fa attraverso le tre correnti dell’ostacolo, ossia: la corrente luciferica dal capo Lucifero (Diavolo), la corrente arimanica dal capo Arimane (Satana, o Mefistofele) e in modo particolare, da quella degli «Asura» o spiriti delle tenebre. L’unica protezione contro questi maghi neri, è la «forza morale» e l’impulso del Cristo, poiché occorrerà fare molta attenzione durante lo sviluppo della nostra anima cosciente a non lasciarci sedurre da questi spiriti malefici, in quanto tutto ciò che essi riusciranno a strappare dall’anima umana quale esperienza del nostro Io terreno,  non potrà mai più essere recuperato; vale a dire che quella parte di esperienza umana che essi estirperanno dall’io terreno, non potrà mai più esserci restituita e ciò potrà comportare che alla fine dell’evoluzione terrestre, l’Io umano potrà evidenziare in sé una parte lesa, non perfetta!